Scatta l’obbligo per commercialisti, avvocati e tributaristi di denunciare eventuali condotte fraudolente dei propri clienti. Tale dovere non ricadrà solo in capo ai professionisti, ma anche su banche e intermediari finanziari.

Si parla già di tax whistleblowing, ovvero della segnalazione di illeciti (reati e irregolarità) alle autorità da parte di un soggetto adesso applicabile specificatamente anche al settore fiscale/tributario. Funzionerà così: tutte le volte che un cliente manifesterà la volontà di voler commettere illeciti o è intenzionato a porre in essere attività fraudolente, il professionista dovrà denunciare all’Amministrazione Finanziaria tali intenzioni.

L’Italia, con la legge di delegazione europea 2018 (L. 117/19), si è impegnata ad adottare la direttiva Ue entro il 31 dicembre 2019.

Il whistleblowing, nato qualche anno fa, si configura oggi come uno strumento giuridico che tutela la facoltà – liberamente esercitabile – del lavoratore dipendente che se vuole può (non deve) segnalare eventuali condotte illecite di colleghi o amministratori alle autorità competenti. Riconosciuto nel nostro paese come un diritto giuridicamente tutelato con il dl 179/2017, ora si evolve ed estende al mondo della tasse, diventando un vero e proprio dovere imposto dalla normativa tributaria.

Avvocati, commercialisti, tributaristi, banche ed intermediari finanziari dovranno quindi segnalare all’Amministrazione Finanziaria accordi, schemi o contratti attraverso cui il cliente ha progettato o sta progettando di pagare meno tasse di quelle dovute. Tra i fatti da segnalare rientrano quindi tutti i tentativi di evasione ed elusione anche, in un primo momento, sott’occhio verranno tenuti soprattutto i meccanismi transfrontalieri di pianificazione fiscale potenzialmente aggressivi e i reati fiscali con estensione della responsabilità penale d’azienda di cui al dlgs 231/01.

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