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Il boom di nuove partite Iva fatto registrare nel novembre 2014 (35.350 aperture e +15,5% sull’anno precedente) spiega meglio di tante analisi come lavoratori autonomi e giovani abbiano interpretato la modifica del regime agevolato dei minimi annunciata già in novembre e poi ratificata nella legge di Stabilità.

Consigliati anche dai vari commercialisti tanti freelance hanno deciso che fosse meglio giocare d’anticipo e aprire subito la partita Iva per poter usufruire del forfettone (5% di tassazione fino a 30 mila euro) e scappare così dai nuovi minimi.

Ad animare questo movimento sono stati in particolare gli under35 che hanno fatto segnare +30% di nuove partite Iva. Va ricordato che storicamente novembre è stato un mese caratterizzato da minori aperture rispetto agli altri mesi (nel resto dell’anno si viaggia a una media tra i 45 e i 50 mila debutti) e quindi il picco di quest’anno non può che essere attribuito a fattori straordinari.

Semmai le ragioni risiedono in un nuovo regime impositivo ben più sfavorevole rispetto al precedente, al punto che il governo sembra essere in procinto di ripararne parzialmente le condizioni disincentivati.

In una risoluzione, che sarà presentata oggi, 15.01.2015, in commissione Finanze alla Camera, si intenderebbe  già modificare il regime forfettario tracciato dalla Legge di Stabilità. L’obiettivo è elevare tutte le soglie di ricavi  o compensi per l’accesso al nuovo regime al di sotto dei 30.000 euro. Inoltre, con un ulteriore emendamento si  vuole fermare l’aumento al 30,72% dell’aliquota contributiva sui contributi Inps dei lavoratori autonomi e dei  professionisti.  

Inoltre , l’eventuale presenza e permanenza di redditi da lavoro dipendente e assimilato potrebbe diventare un  ostacolo all’accesso al nuovo regime forfettario da parte dei contribuenti, soprattutto nell’ipotesi in cui tali  redditi si rivelassero preminenti rispetto a quelli di impresa, arte o professione.  Allo stesso modo, il possesso di tali redditi è ostativo all’accesso qualora i redditi da lavoro dipendente, pur  non superiori rispetto a quelli di impresa, arte o professione, superino, cumulati con quelli desumibili dall’attività  con partita Iva, l’importo di 20.000 euro su base annua. 

 

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