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Un pacchetto di agevolazioni doc per la cosiddetta «Industria 4.0». E cioè, le imprese che operano in meccatronica, robotica, big data, sicurezza informatica, nanotecnologie, sviluppo di materiali intelligenti, stampa 3D, internet delle cose. Tre gli incentivi principali: l’iperammortamento al 250%; un credito d’imposta alla ricerca potenziato, con il bonus massimo per contribuente che passa da 5 mln a 20 mln di euro; detrazioni fiscali fino al 30% per chi investe fino a un mln di euro in start-up e pmi innovative. Le tre leve fanno parte del nuovo piano del governo, illustrato ieri alla comunità degli imprenditori – presso il Museo della Scienza e della Tecnica, Leonardo da Vinci, di Milano – dal ministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda, alla presenza del presidente del consiglio, Matteo Renzi. A catturare l’attenzione delle imprese è stato il nuovo «iperammortamento», che affiancherà il superammortamento con aliquota del 140% esistente; bonus quest’ultimo che sarà comunque prorogato, con eccezione di veicoli e mezzi di trasporto per cui la maggiorazione è al 120%. La nuova superagevolazione con aliquota del 250% riguarderà i soli investimenti nei comparti industriali 4.0, con l’aggiunta di tecnologie per l’agricoltura di precisione e per l’abbattimento dei consumi energetici. Ai fini del godimento dell’iperammortamento, il bene su cui l’impresa vuole investire potrà anche arrivare in azienda più avanti, qualora non sia necessaria la disponibilità immediata: ma la consegna non dovrà andare oltre la metà del 2018; l’importante, ai fini dell’agevolazione, è che l’ordinativo e un acconto superiore al 20% dell’investimento siano effettuati entro il 31/12/2017. Questa dilazione consente al governo di anticipare l’impatto finanziario della manovra già sulla legge di Bilancio 2017. “C’è chi si lamenta e dice solo no. E c’è chi prova in modo concreto, verificabile. Abbiamo lanciato con il Ministro Calenda il progetto Industria 4.0. Un passo in avanti per dare un futuro alla manifattura italiana. Impegni puntuali, verificabili. Un modo diverso dal solito di concepire il rapporto politica-impresa. Non basta lamentarsi, non serve rassegnarsi. Bisogna mettersi in gioco e lottare per l’Italia di domani. Noi ci siamo”.

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