Il Parlamento bacchetta il Governo, che nel primo decreto sulla riforma del Catasto si è “dimenticato” di introdurre una scorciatoia riservata ai proprietari che vorranno contestare le nuove rendite. L’Esecutivo non è obbligato ad allinearsi ai consigli di deputati e senatori, ma – se non lo farà – dovrà motivare la propria scelta e spiegare perché ha scelto di non attuare, su questo punto, la legge delega. In concreto, vuol dire che i proprietari di casa avranno uno strumento in più per far valere le proprie ragioni senza doversi per forza rivolgere al giudice tributario.

Verso la riforma. La questione riguarda il primo decreto attuativo della riforma del Catasto, su cui la commissione Finanze della Camera – dopo quella del Senato – ha formulato mercoledì 6 agosto il proprio parere. Tra le diverse osservazioni, i parlamentari sottolineano l’importanza di introdurre quelle che tecnicamente si chiamano «procedure deflattive del contenzioso». Secondo la legge delega, i proprietari dovrebbero potersi rivolgerse alle commissioni censuarie locali per contestare il calcolo delle nuove rendite, evitando di intasare di ricorsi le scrivanie dei giudici tributari e trovando probabilmente un orecchio più attento alle proprie ragioni, visto che nelle commissioni censuarie ci saranno anche gli esperti nominati dagli Ordini e dalle associazioni di categoria del mondo immobiliare. Naturalmente, resterà sempre la possibilità di rivolgersi al giudice, ma solo in seconda battuta.

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