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Ieri si è perfezionato l’accordo fra Italia e Svizzera circa alcuni punti nodali d’interesse che coinvolgono le due economie nazionali. L’accordo dovrà essere ratificato da entrambi i parlamenti e assoggettato a referendum popolare in Svizzera a breve termine. Della fine del segreto bancario abbiamo dato notizia ieri e seguiranno ulteriori approfondimenti.

Un aspetto che coinvolge le persone che prestano lavoro in Svizzera riguarda il cambio del regime d’imposizione.

Ricapitolando: i frontalieri che lavorano in Svizzera sono attualmente assoggettati ad imposizione esclusivamente nel paese Elvetico. I Cantoni interessati versano all’Italia il 38,8 per cento del gettito fiscale che è direttamente destinato ai Comuni di residenza senza transitare presso l’amministrazione centrale dello stato. 

In futuro i frontalieri saranno assoggettati a un’imposizione limitata nello Stato in cui esercitano la loro attività professionale e a un’imposizione ordinaria nello Stato di residenza. La quota spettante allo Stato del luogo di lavoro ammonta al massimo al 70 per cento del totale dell’imposta normalmente prelevabile alla fonte. Il carico fiscale totale dei lavoratori frontalieri non sarà inferiore a quello attuale e, in un primo tempo, nemmeno superiore. La nuova imposizione dei frontalieri sarà oggetto di un accordo – da negoziare nella prima metà del 2015 – che includerà anche una clausola di revisione. Entrambi gli Stati si sono impegnati ad avviare rapidamente i negoziati. In sostanza una parte del reddito prodotto in Svizzera sarà tassato in Svizzera, ed una parte residuale in Italia.

Schematicamente la nuova situazione che andrà a configurarsi:

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