Torniamo dopo molto tempo su un argomento a noi caro ma ultimamente un po’ trascurato: i frontalieri.

Sono passati quasi cinque anni da quando l’accordo sull’imposizione fiscale dei frontalieri è stato siglato tra Berna e Roma e oggi, anche alla luce del cambio di Governo in Italia, un’eventuale ratifica sembra parecchio lontana.

Questo è quanto è trapelato dall’assemblea un ulteriore segnale in questo senso è giunto ieri durante l’assemblea annuale della Regio Insubrica, comunità di lavoro che unisce Lombardia, Piemonte e Ticino.

Durante l’assemblea, è stato svelato su quali punti vertevano le ulteriori trattative per mandare in porto l’accordo fiscale parafato nel 2015. Le trattative erano in stato molto avanzato.

L’ipotesi di lavoro prevedeva un doppio binario fiscale: lasciare andare fino alla pensione gli attuali frontalieri con l’attuale regime fiscale, e applicare invece il nuovo regime solo per chi sarebbe diventato frontaliere dalla firma del nuovo accordo in poi.

Questa soluzione però comporterebbe una forte sperequazione fra coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 2015 e coloro che hanno invece iniziato dopo, per cui presenta sicuramente problemi di legittimità.

La soluzione sembra inoltre lontana. Gli accordi con la Svizzera sulla fiscalità non sono infatti un tema regionale, ma del governo nazionale, il quale essendosi da poco insidiato e dovendo scongiurare l’aumento dell’IVA con la prossima finanziaria non metterà fra le sue priorità l’accordo bilaterale.

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