Arriva un nuovo credito d’imposta a beneficio degli esercenti attività di impresa e di lavoro autonomo, sulle commissioni addebitate in relazione ai pagamenti elettronici ricevuti da privati. Lo ha previsto il decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020.

La disposizione, come evidenziato nella relazione illustrativa, è finalizzata ad incentivare l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili nelle operazioni verso i consumatori finali e fa da contrappeso alla revisione del limite di utilizzo del contante, prevista dal decreto fiscale, con l’abbassamento della soglia da 3.000 a 2.000 euro a decorrere dal 1° luglio 2020 e fino a 1.000 euro dal 1° gennaio 2022.

L’art. 22, comma 1, del decreto fiscale stabilisce che l’agevolazione è pari al 30% delle commissioni addebitate per transazioni effettuate mediante carte di credito, di debito o prepagate emesse da operatori finanziari.

Si tratta delle carte di pagamento emesse da banche, Poste italiane, intermediari finanziari, imprese di investimento, OICR, società di gestione del risparmio nonché di ogni altro operatore finanziario. Durante l’iter di conversione del decreto, nella norma è stato introdotto il comma 1-bis che riconosce il medesimo credito di imposta anche per le transazioni effettuate mediante “altri strumenti di pagamento elettronici tracciabili”. II credito d’imposta maturerà per le commissioni dovute in relazione ad operazioni di cessione di beni o prestazioni di servizi nei confronti di consumatori finali, effettuate a decorrere dal 1° luglio 2020.

Restano quindi escluse dall’agevolazione le commissioni addebitate con riferimento alle operazioni realizzate nei confronti di soggetti passivi IVA. Il credito d’imposta spetterà agli esercenti attività d’impresa, arti e professioni, a condizione che i ricavi e compensi relativi all’anno d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 400.000 euro.

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