Gli studi di settore sono solo uno strumento di ausilio (non esaustivo né risolutivo) per individuare eventuali aree di aree di evasione. In particolare, essi rappresentano delle “presunzioni semplici” che possono essere comunque superate dal contribuente che, in fase di contraddittorio, può portare a conoscenza dell’ufficio la propria situazione effettiva. È il principio che emerge dalla sentenza della Ctp Milano n. 5037 del 27 maggio scorso (relatore Pilello). Il caso La vicenda di Davide Settembre – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/IdSEZh

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