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Una mela rossocrociata e lo slogan «Prima i nostri». La guerra dei ticinesi ai frontalieri riparte da un referendum cantonale promosso dall’Udc per favorire i lavoratori elvetici rispetto a quelli provenienti da oltreconfine. Il voto è previsto per il prossimo 25 settembre. I residenti del Canton Ticino saranno chiamati a dire «sì» o «no» ad una proposta di modifica costituzionale «per la salvaguardia dell’identità ticinese, contro l’immigrazione di massa e il dumping salariale», per dirla con le parole dei promotori. La proposta dell’Udc, poi sostenuta anche dalla Lega dei Ticinesi, prevede l’obbligo, per i datori di lavoro, in caso di assunzioni di dare la precedenza ai residenti rispetto agli stranieri. Per i frontalieri si tratterebbe di un nuovo ostacolo che renderebbe più difficile il lavoro oltrefrontiera anche se, in caso di vittoria del «sì», ad attutire l’impatto dell’intervento contro i lavoratori italiani ci penserebbe almeno in parte un contro-progetto già approvato dal parlamento cantonale che smussa gli spigoli del progetto. Già nel febbraio del 2014, con un precedente referendum, i ticinesi avevano approvato l’introduzione di contingenti per limitare il numero degli stranieri. Nonostante la vittoria del «sì», la proposta non è ancora stata applicata perché contrastata dall’Unione Europea. L’Udc però non si arrende e torna alla carica con la nuova consultazione popolare. «Promuoviamo un’iniziativa costituzionale che ponga rimedio all’attuale mancanza di protezione per i salariati ticinesi — spiegano i promotori —. Non è una battaglia partitica ma una lotta trasversale per sostenere la nostra identità e i nostri diritti; che vuole proteggerci dal dumping salariale in atto grazie al continuo aumento dei frontalieri».

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