Poco gettito dai condoni della pace fiscale: porteranno nelle casse dello Stato nel 2019 poco più di un miliardo di euro.

Medaglia d’oro 2019 con 810 milioni di euro di incasso previsto è la regolarizzazione delle irregolarità formali. Prevede che irregolarità, infrazioni e inosservanze di obblighi o adempimenti, di natura formale, che non rilevano sulla determinazione della base imponibile ai fini delle imposte possano essere regolarizzate con la loro rimozione e il versamento di una somma pari a 200 euro per ciascun periodo d’imposta cui si riferiscono le violazioni. Chi vorrà aderire potrà effettuare il pagamento del dovuto in due rate annuali, una nel 2019 e una nel 2020 e, secondo quanto indicato nel Def che ha stimato il gettito 2020 del condono di 540 milioni di euro, poco più della metà di quanto previsto invece per il 2019, molti contribuenti sceglieranno (date le basse somme richieste) il pagamento in unica soluzione.

La rottamazione-ter. A partire dal 2020 è invece la rottamazione-ter a trainare l’extra gettito stimato dei condoni. Sebbene si preveda possa portare solamente 37 milioni di euro nel 2018, per effetto delle sole due rate in scadenza per l’anno in corso, è di certo il condono a più ampio raggio. Nel Def infatti si quantifica che, tra ripescaggio dei rottamati esclusi/saltati nelle scorse edizioni (compresi i bis in regola con le rate) e l’allungamento del piano di rateizzazione stabilito in cinque anni, la definizione delle cartelle 2018 farà incassare allo Stato poco più di un miliardo l’anno a partire dal 2020 fino al 2023 per un totale di circa 5 miliardi nel quinquennio.

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