Addio all’autorizzazione paesaggistica per le opere interne anche con modifica della destinazione d’uso, per gli interventi di miglioramento energetico, sismico o destinati all’eliminazione di barriere architettoniche (inclusi gli ascensori) che non alterano l’aspetto degli edifici. Niente nullaosta anche per tende o insegne di negozi, opere in sottosuolo, installazione di pannelli solari/fotovoltaici e ancora sostituzione di cancelli e recinzioni o realizzazione di strutture temporanee per eventi inferiori a 120 giorni.
Con la pubblicazione in Gazzetta (numero 68 del 22 marzo) del nuovo regolamento sulle autorizzazioni paesaggistiche (Dpr 31 del 13 febbraio 2017) arriva finalmente a traguardo l’obiettivo di liberalizzare (assoggettandoli solo alla richiesta di titolo edilizio, Cila o Scia, quando serve) tutta una serie di piccoli interventi di nessun impatto per il paesaggio e che invece erano sottoposti a defatiganti procedure.
Dal 6 aprile – giorno in cui le nuove misure entreranno in vigore – tutta un’altra serie di interventi «di lieve entità» viene invece assoggettata a un nullaosta paesaggistico semplificato, da rilasciare nel termine «tassativo» di 60 giorni. In tutto si tratta di 31 interventi completamente liberalizzati (elencati nell’«allegato A» del decreto) e di 42 tipologie di opere promosse a un iter rapido («allegato B»), per le quali insieme alla corsia preferenziale vengono anche previsti i modelli di richiesta standard e di relazione paesaggistica semplificata (a cura di un tecnico abilitato).
Tra i principali interventi sottoposti al regime semplificato figurano anche le opere che comportano aumenti di volume fino al 10% degli edifici che non alterano le caratteristiche del fabbricato (massimo 100 metri cubi), gli interventi antisismici, di miglioramento energetico o anti barriere-architettoniche che impattano sulla sagoma dell’edificio e anche la realizzazione di tettoie, porticati, chiostri da giardino permanenti, purché non superino la superficie di 30 mq. Nell’elenco anche opere a servizio di capannoni (tettoie, collegamenti, strutture di stoccaggio) o dehors di bar e ristoranti.

A titolo di esempio si citano:

  • opere interne comunque denominate, anche con modifica della destinazione d’uso
  • prospetti e coperture manutenzione di terrazzi, rifacimento intonaci, sostituzione di vetrine, opere di coibentazione
  • strutture consolidamento statico degli edifici anche a fini antisimici senza alterare l’aspetto esterno
  • anti-barriere ascensori nelle pertinenze interne (non visibili da spazi pubblici), rampe per dislivelli sotto a 60cm
  • pannelli solari anche termici e fotovoltaici integrati nelle coperture o posti in aderenza ai tetti
  • lavori pubblici manutenzione di marciapiedi, banchine stradali , aiuole nel rispetto del contesto. Opere di urbanizzazione primaria all’interno di piani già valutati a fini paesistici
  • recinzioni Sostituzione e adeguamento di cancelli, muri di cinta e di contenimento del terreno
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