Nonostante l’Italia sia un paese ancora arretrato sulla conciliazione dei tempi lavoro-famiglia, soprattutto per le donne, si sta comunque cercando di adottare una serie di provvedimenti per migliorare la situazione. Rimaniamo ancora lontani dai paesi scandinavi ed in particolare dal modello Svedese, ma ogni passo in avanti è da accettare positivamente.
Le principali novità in materia di genitorialità contenute nell’altro Dlgs sulla conciliazione dei tempi vita-lavoro, saranno sperimentalmente applicate solo per il 2015, salvo successivo rifinanziamento delle risorse, ad eccezione di poche che diventano strutturali da subito.
Alla base del nuovo provvedimento c’è la volontà di aggiornare, revisionare ed estendere le misure per la tutela della maternità nonché le tutele finalizzate a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per la genitorialità.
Il nuovo decreto, al fine di rendere più omogenea la disciplina indipendentemente dalla tipologia contrattuale adottata, estende il congedo di paternità anche al caso in cui la madre sia lavoratrice autonoma.
E, inoltre, anche a quello in cui il padre sia lavoratore autonomo (e madre lavoratrice dipendente), nonché alle ipotesi in cui entrambi i genitori siano lavoratori autonomi o liberi professionisti.
Altre novità fra le più rilevanti sono quelle che riguardano il congedo parentale, il cui periodo di fruibilità è esteso fino al dodicesimo anno di età del bambino (contro i precedenti otto anni), con indennizzo al 30 per cento fino al sesto anno (elevato all’ottavo in caso di redditi molto bassi).
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