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I voucher permettono di pagare il singolo lavoratore per ora lavorata, senza bisogno di stipulare alcun contratto. Il loro valore nominale è pari a 10 euro, che comprendono la contribuzione in favore della gestione separata dell’INPS (13%), l’assicurazione all’INAIL (7%) e un compenso all’INPS per la gestione del servizio. Il netto per il lavoratore è quindi di 7,50 euro all’ora.

Data la diffusione ed il crescente successo che sta avendo questa nuova modalità di pagamento del lavoro, come si può vedere dall’aumento tra il mese di gennaio e novembre del 2015 in cui ne sono stati venduti 102.421.084 del valore nominale di 10 euro, con un incremento medio nazionale, rispetto allo stesso periodo del 2014 (61.129.111), pari al 67,5%, si prevedono modalità più rigide di comunicazione elettronica per vincolare il buono lavoro alle ore di effettivo utilizzo, indicando una data di inizio ed una di fine della prestazione.
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, vede questo aumento improvviso un po’ sospetto, per questo dichiara che si sta già monitorando l’utilizzo dei voucher, poiché non è intenzione del Ministero che il voucher diventi uno strumento di distorsione del mercato del lavoro. Il voucher è stato introdotto nel 2003 per alcune attività particolari (piccoli lavori domestici, di giardinaggio, di pulizia e manutenzione di edifici, monumenti, insegnamento privato supplementare), con l’obiettivo di far emergere il lavoro nero o irregolare garantendo a questi lavoratori una copertura assicurativa e – sia pure limitata – previdenziale. Successivamente si è ampliato l’ambito di applicazione e i limiti economici. Con il Dlgs 81/2015, attuativo del Jobs act, si è esteso il voucher a tutti i settori produttivi, alzando il limite complessivo di compenso annuo da 5mila a 7mila euro (tetto di 2mila euro per ciascun committente). Le modifiche alla normativa sui voucher sono attese entro giugno, quando arriverà il decreto correttivo dei Dlgs attuativi del Jobs act. Oggi si può acquistare un blocchetto di voucher con rendicontazione mensile, e scegliere di utilizzarli o meno. Il rischio, spiegano i tecnici del governo, è che il voucher venga utilizzato da qualcuno solo quando arrivano gli ispettori del lavoro.
L’ipotesi di intervento prende spunto dalle modalità di comunicazione del lavoro a chiamata, con regole più stringenti sulla comunicazione telematica: in questo modo si chiariscono i limiti di utilizzo del voucher, che diventa tracciabile e si contrastano eventuali abusi.

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