Nell’intento di reprimere i reati tributari attraverso un inasprimento dell’apparato sanzionatorio, sostanziale e processuale, il D.L. 138/2011 ha operato una “mini-riforma” prevalentemente consistente nell’abbassamento delle soglie di punibilità che caratterizzano i reati in materia di dichiarazioni contenuti nel D.Lgs. 74/2000.

Tra questi, per i fini che qui ci interessano, vi rientrano:

  • l’art. 4, rubricato “Dichiarazione infedele”, che a seguito dell’intervento del suddetto D.L. 138/2011 ha visto un abbassamento della soglia relativa all’imposta evasa dai precedenti € 103.291,38 agli attuali € 50.000 (soglia che deve concorrere insieme al complessivo ammontare degli elementi attivi sottratti ad imposizione – anche mediante elementi passivi fittizi – superiori a 2 milioni di euro, o qualora siano di valore uguale o superiore al 10% dell’ammontare complessivo degli elementi attivi indicati in dichiarazione);
  • l’art. 5, legato alla “Omessa dichiarazione”, che a seguito dell’intervento del D.L. 138/2011 ha visto un abbassamento della soglia relativa all’imposta evasa dai precedenti € 77.468,53 (vecchi 150 milioni di lire) agli attuali € 30.000 per ogni singola imposta.

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