A breve lo smart working, modalità lavorativa flessibile già diffusa in altri Paesi, potrebbe diventare realtà anche in Italia. Nel mese di novembre, infatti, sarà discussa in Parlamento, come collegato alla Legge di Stabilità, un disegno di legge per l’introduzione dello smart working.

Per sapere cosa è lo Smart Working si rimanda direttamente al sito del ministero http://www.lavoro.gov.it/ConsiglieraNazionale/In_Evidenza/Documents/2014-01-31%20Proposta%20smart%20working.pdf

Mentre in Italia si inizia davvero a discutere di lavoro flessibile un’analisi Regus fornisce una chiara fotografia della  tendenza allo smart working già messa in pratica da molte aziende italiane ed europee.

Tramite il suo vasto panel internazionale di imprese clienti (44.000 interviste in 105 paesi) Regus evidenzia come oltre la metà dei manager intervistati (54% media globale) intenda accrescere il lavoro agile in azienda. Tendenza che viene confermata anche in Italia con il 46% dei rispondenti, in tutti i principali paesi europei e negli Stati Uniti.

Tra i principali fattori che guidano il cambiamento verso lo smart working, il 56% dei rispondenti in Italia (44% media globale) ritiene che questi modelli organizzativi basati sull’agilità e la flessibilità siano determinanti per poter reagire tempestivamente ai repentini mutamenti degli scenari di mercato.

Anche un corretto bilanciamento tra lavoro e vita privata (worklife balance) è ritenuto necessario dal 58% degli imprenditori e manager italiani intervistati (media globale 61%) e la soluzione può venire dall’utilizzo di modalità di lavoro agile grazie alla possibilità di poter lavorare più vicino a casa, un’esigenza segnalata dal 45% degli intervistati in Italia (media globale 48%).

 

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