Negli ultimi mesi, c’è stato un ritorno di capitali in Svizzera e più in generale si è assistito ad una fuoriuscita di capitali dall’estero.

Le ragioni per portare i soldi all’estero sono tre: i timori legati a un aumento dello spread, un’eventuale patrimoniale e il rischio (estremo) di ridenominazione dell’euro. Oggi i più interessati ad aprire un conto corrente all’estero, soprattutto in Svizzera, sono coloro che vogliono spostare dai 100 ai 200 mila euro. Ma siamo certi che ne valga davvero la pena?
Conti bancari in Svizzera
Sotto il profilo fiscale si può dire che la convenienza sia nulla. Lo scambio automatico delle informazioni tra Italia e la Confederazione è operativo dal 1 ottobre. Sotto il profilo dei costi questi sono in linea con il costo della vita svizzero che è molto alto. Con alcune eccezioni come le Poste elvetiche e Banca Migros che funzionano anche on line e che sono particolarmente adatte a un popolo di piccoli e medi risparmiatori.

Attenzione al Franco svizzero
Ogni investimento denominato in Franchi svizzeri non può definirsi sterilizzato al 100% da un eventuale rischio di ridenominazione dell’euro. La ragione? Nel caso di un rivolgimento di quella portata la domanda di valuta di quella nazione crescerebbe in modo significativo. Una sopravvalutazione del Franco graverebbe sulle esportazioni locali e renderebbe così possibile una svalutazione di quella valuta, circostanza peraltro che si è già verificata il 15 gennaio 2015.


Strumenti finanziari all’estero
Chi pensa di vendere attivi italiani per acquistare titoli esteri, come azioni e obbligazioni, sicav lussemburghesi e irlandesi, diversifica in valuta con franchi svizzeri e dollari Usa. Andare a investire all’estero, oltre al rischio di cambio, può comportare un aggravio iniziale. Per esempio, una tassazione doppia sulle rendite finanziarie (parte del Fisco italiano e parte del Paese estero), che viene recuperata solo per la parte eccedente l’aliquota convenzionale che va dal 10% al 15%, ma con complicate procedure . In alcuni Paesi le aliquote su interessi e dividendi applicate alla fonte sono elevate: in Portogallo e in Svizzera, due luoghi appetibili per gli italiani, sono pari al 35%.

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