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Il primo snodo è al 1° febbraio, scadenza per l’arrivo dei dati sanitari anche se dalle categorie interessate è giunta la richiesta di una proroga.

Il 7 marzo, invece, è la data entro cui il Fisco italiano avrà a disposizione tutti i dati per preparare il 730 precompilato del 2016.

Ma quanto incideranno le nuove informazioni trasmesse? Si sa che la detrazione sulle spese sanitarie è presente in media in sette dichiarazioni dei redditi su dieci. È interessante, però, vedere come questa percentuale cambia a livello territoriale. In generale, il ricorso alle detrazioni è più alto al Centro-nord, e segue i maggiori redditi dichiarati, anche se – tra tutti i bonus fiscali – quello legato alle spese mediche è uno dei più rigidi rispetto al reddito, proprio perché si tratta di una spesa essenziale.

Il 15 aprile – data in cui l’Agenzia delle Entrate metterà la precompilata a disposizione dei contribuenti – la vera domanda è un’altra: quante volte il dato inserito dal Fisco dovrà essere corretto dai contribuenti? Di sicuro, non ci saranno i farmaci acquistati nelle parafarmacie (non ancora collegate al sistema tessera sanitaria) né le ricevute in cui il medico non ha annotato il codice fiscale del paziente (l’aggiunta è facoltativa quest’anno).

Ma potrebbero esserci anche effetti paradossali. Nel 730 sarà indicato solo il totale delle spese mediche e – per la privacy – i Caf e i professionisti non potranno accedere al dettaglio delle spese. Così gli intermediari dovranno rifare il lavoro da zero, facendosi consegnare tutti i documenti dal contribuente e sommando gli importi per vedere se i due totali combaciano. E se il contribuente ha perso uno scontrino della farmacia, quella spesa – che pure appare nel totale inserito dal fisco – non sarà portata in detrazione dal Caf, che non si assumerà la responsabilità di una detrazione non documentata.

Un’altra delle voci che saranno inserite nella prossima precompilata sono le spese per le ristrutturazioni edilizie e la riqualificazione energetica degli edifici, pagate con bonifico “parlante” dai proprietari di immobili nel corso del 2015. Si tratta di importi che andranno inseriti per la prima volta nel 730-2016 e per i quali il Fisco non può fare il copia-incolla dalla dichiarazione precedente.

In queste ipotesi, il caso più comune in cui potrebbero servire modifiche è quello in cui il contribuente abbia pagato con bonifico parlante anche spese in tutto o in parte non detraibili: ma per ora è impossibile dire quanto sia frequente.

Nelle scorse settimane è stata affrontata la questione di come garantire un maggior presidio dell’Agenzia delle Entrate nella fase di arrivo dei dati per segnalare gli errori ai soggetti che li trasmettono, mentre l’acquisizione dei dati del sistema tavolare potrebbe contribuire a migliorare l’affidabilità dei dati sul fronte immobili.

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