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È forse un brano tratto da un romanzo di fantascienza? No, ma una semplice rassegna di alcune applicazioni che sono già fattibili grazie al cosiddetto “Internet delle cose”.

Cos’è 

Possiamo definire “Internet delle cose”, spesso abbreviato come “IOT”, come l’evoluzione di oggetti o servizi che, grazie a nuovi sensori e ad una nuova comunicazione automatica via Internet, produce funzionalità innovative. Si tratta di dotare alcuni oggetti, anche di uso quotidiano, di nuove potenzialità installando sensori e dotandoli di capacità di elaborazione e comunicazione. Nel caso di un frigorifero il sensore, leggendo l’etichetta dello yogurt, acquisisce la scadenza e la confronta con la data odierna. Quindi comunica al proprietario la scadenza prossima. Infine comunica con il negoziante al quale notifica l’esaurimento di quel genere alimentare all’interno del frigo di un suo cliente abituale.

Ora dovrebbe risultare più chiaro sia il concetto di potenziamento sensoriale, che il concetto di capacità dialogante autonoma che reagisce a determinate condizioni. Occorre però dotare ogni oggetto di un unico identificativo in rete in modo che possa collocarsi in modo univoco in questo universo virtuale. Nelle nostre esperienze tecnologiche è sicuramente presente il potenziamento sensoriale, il più banale termostato reagisce alla temperatura ambientale e interrompe il funzionamento della caldaia. Il salto di qualità più recente è determinato in parte dallo sviluppo dei sensori e dalla loro capacità di interagire anche a distanza, ma soprattutto dalla capacità di comunicare che implica la possibilità di beneficiare della capacità di elaborazione del computer con cui dialoga. Quando si parla di oggetti si deve includere in tale concetto sia oggetti semplici e quotidiani come il frigo ma anche automobili, fino a complesse macchine utensili presenti nelle aziende. Tutte queste “cose” acquisiscono una sorta d’identità limitata che permette ad esse di rapportarsi con il tempo e lo spazio e con altri oggetti.

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