Nell’ultima settimana alla Dre di Milano – che si pensa assorbirà il 60% dell’intera platea dei candidati – la crescita delle istanze è di oltre 200 al giorno, portando, a ieri pomeriggio, a quota 4.200 le domande all’esame dell’Agenzia. Agenzia che, peraltro, si attende 60mila istanze solo dalla principale regione, stima che inevitabilmente fa salire le proiezioni sul numero complessivo nazionale (sinora si era parlato di un tetto di 50mila posizioni totali). Delle perduranti criticità della voluntary si è parlato ieri mattina all’affollato convegno organizzato dall’Ordine dei commercialisti milanesi all’auditorium San Fedele.
A due mesi esatti dalla chiusura della finestra per la vd, uno dei quali è agosto, si è a meno del 10% del percorso, mentre è sempre più diffusa la consapevolezza delle difficoltà di istruzione, di calcolo e infine di accordo tra le parti. A soffrire sono intermediari e professionisti, alle prese con la complessità della documentazione da reperire, prima, ed elaborare poi. Da questo contesto emerge chiara, all’orizzonte, la necessità di una proroga, ancora tutta da definire però nella portata (31 dicembre prossimo, che basterebbe a tranquillizzare i commercialisti, ha detto il presidente Gerardo Longobardi) e negli effetti (30 giugno 2016, ma con la creazione di un binario più penalizzante per chi arriverà col secondo turno). Difficile comunque che una decisione sul punto arrivi prima di settembre, costringendo di fatto tutti i candidati a portarsi almeno sulla soglia della vd.
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