Tra le misure previste dal decreto Sostegni, approvato dal Governo lo scorso 19 marzo, vi è per i lavoratori autonomi ed i professionisti l’esonero dei contributi previdenziali dovuti fino ad un massimo di € 3000.

Di tale beneficio ne possono usufruire tutti i lavoratori autonomi ed i professionisti a patto che abbiano percepito nel periodo d’imposta 2019 un reddito complessivo non superiore a 50.000 euro, abbiano subito un calo del fatturato e dei corrispettivi nell’anno 2020 non inferiore al 33 per cento rispetto a quelli dell’anno 2019 e siano iscritti alla Gestione separata dell’INPS ed agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza ed assistenza, nonchè alle gestioni speciali dell’assicurazione generale obbligatoria.

La legge di Bilancio ha stanziato 1 miliardo di euro a tale scopo, con cui esonerare parzialmente dal versamento dei contributi anche medici, infermieri e altri professionisti operatori sanitari in pensione ritornati operativi per far fronte all’emergenza Covid-19. L’articolo 3 del decreto legge Sostegni porta la dotazione finanziaria a 2,5 miliardi di euro, a fronte della stima della platea dei beneficiari riportata nella relazione tecnica.

Gli iscritti alle Casse di previdenza, con un reddito 2019 non superiore a 50mila euro sono 941.358. Ipotizzando che il 35% di costoro abbia registrato un calo di almeno il 33% l’anno successivo, si ottiene una platea potenziale di circa 330mila persone. Per quanto concerne Inps, la relazione tecnica parte dal totale degli iscritti e ipotizza che i beneficiari possano essere circa 490mila persone. Supponendo, infine, che il contributo massimo di € 3000 sia riconosciuto a tutti quelli che fanno parte della platea stimata, il risultato è che per le Casse di previdenza il controvalore è di 990 milioni di euro, mentre per le gestioni Inps si sale a 1.470 milioni, per un totale di 2.460 milioni di euro.

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