Nel 2017, il Consiglio federale elvetico aveva confermato che la nuova legge sull’IVA sarebbe entrata in vigore dal 1° gennaio 2018.  Dal 2018, infatti, le novità che riguardano l’applicazione e il calcolo dell’IVA in Svizzera sono realtà: non più previsioni o schemi presuntivi da passare al vaglio di esperti, tecnici ed elettori, ma norme concrete da recepire sia dagli operatori elvetici, sia (soprattutto) da quelli stranieri.

Le modifiche chiave previste dalla riforma dell’IVA elvetica includono l’eliminazione effettiva della soglia di fatturato per le entità straniere che operano in Svizzera. In particolare, pur restando tale soglia, le nuove disposizioni stabiliscono, infatti, per le società con giro d’affari ristretto, esiguo, l’obbligo comunque di registrazione per assolvere l’IVA elvetica in tutti quei casi in cui l’attività condotta esibisca un “fatturato globale” annuo, non più quindi limitatamente alle operazioni realizzate in Svizzera, che non superi 100.000 franchi svizzeri. Questa novella normativa quindi, interesserà soprattutto le piccole e micro-imprese estere, tra cui molte italiane, il cui giro d’affari imponibile generato in Svizzera è di dimensioni ridotte.

Obblighi IVA: dal fatturato nazionale a quello mondiale

In pratica, queste entità, dovranno ora essere assoggettate all’IVA quando il loro fatturato annuo mondiale, e non più solo quello realizzato su territorio elvetico, supererà 100.000 franchi.

La finalità della novità guarda soprattutto alla necessità di ampliare la base imponibile da assoggettare all’imposta sul valore aggiunto che, negli ultimi anni, ha registrato un forte crollo di gettito. Non è un caso, infatti, che a questo cambiamento sia legata una stima che indica in ulteriori 30.000 le imprese straniere che saranno tenute a registrarsi per l’IVA svizzera nel corso del primo semestre di quest’anno.

 

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