Una prima sperimentazione di intelligenza artificiale applicata ai controlli del fisco.

Dopo Ferragosto sono partiti ufficialmente i controlli affidati all’Evasometro, lo strumento digitale di cui si servirà l’Agenzia delle Entrate per stanare gli evasori.

Al momento l’Evasometro è nel pieno della sua fase sperimentale. Il software, così come è stato progettato, passerà al vaglio i conti corrente delle persone fisiche, concentrandosi in particolar modo su saldo e lista movimenti. Quando e se emergeranno delle incongruenze l’algoritmo manderà un alert e, di conseguenza, verranno avviati i primi controlli.

L’allarme rosso, nello specifico, scatterà quando l’algoritmo rivelerà uno scostamento del 20 – 25% tra quanto risulta dal saldo del conto corrente di fine anno e quanto dichiarato al Fisco. Se vi è un’anomalia tra entrate e uscite e reddito denunciato dal contribuente allora, ricevuto l’alert, Amministrazione Finanziaria e/o Guardia di Finanza potranno intervenire.

Chi verrà segnalato alle autorità competenti, dunque, dovrà dare prova di non aver commesso nessuna azione fraudolenta e, documenti alla mano, dimostrare la provenienza lecita dei redditi non dichiarati al Fisco. Prima che scatti l’alert, comunque, altri dati dovranno essere valutati e incrociati con quelli rivelati dall’Evasometro. È possibile, per esempio, un aumento improvviso delle entrate sia dovuto ad un lascito ereditario o ad una donazione. L’onere della prova, comunque, spetta sempre al contribuente in caso di avvio delle indagini.

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