Conti-INPS-in-rosso-ecco-come-e-perche

Un vero e proprio boom. Dal 2008 al 2015, due milioni e mezzo di lavoratori italiani sono stati pagati con 277 milioni di voucher da 10 euro lordi (7,5 euro netti). In otto anni dalla prima sperimentazione – quando cioè il ticket era previsto solo come remunerazione per lavoretti occasionali di studenti e pensionati, così come pensato nella riforma Biagi del 2003 e non come lavoro accessorio, qual è oggi – il buono lavoro ha conosciuto un trend esplosivo. Sino al record dell’anno passato con 115 milioni biglietti venduti, quando nel 2008 erano appena mezzo milione. Siamo passati cioè da neanche 25 mila soggetti, età media 60 anni, 78% maschi a 1 milione e 380 mila lavoratori, età media 36 anni, 48% maschi. Dai pensionati alle giovani donne. Compenso medio: inferiore ai 500 euro netti all’anno.

Nei dodici mesi dell’anno passato sono stati venduti ben 115 milioni di voucher (erano 10 milioni nel 2010). Una volta riscossi, dice la ricerca, daranno a luogo a circa 860 milioni di euro di compensi ai lavoratori (pari a 45 mila stipendi netti) e a 150 milioni di contributi a fini previdenziali. Il numero dei voucher riscossi nel 2015 è stato di 88 milioni, ma parte di questi si riferisce a voucher venduti negli anni precedenti. Non tutti i ticket sono infatti riscossi nell’anno in cui sono acquistati dai committenti. Ma in media passano 40 giorni tra vendita e incasso (in passato era di 60). L’anno scorso dunque 473 mila datori di lavoro hanno usato i 115 milioni di voucher per remunerare un milione 380 mila lavoratori. La crescita più intensa mai registrata in Italia.

 

 

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